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Paolo e Francesca

Amor, ch’al cor gentile ratto s’apprende,
prese costui della bella persona
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.

Amor, ch’ha nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona

I versi danteschi, commoventi e così carichi di passione, descrivono in modo superbo l’ardore amoroso e la tragedia dei due giovani amanti ferocemente uccisi, che la tradizione vuole abbia avuto come scenario la Rocca di Gradara. Francesca da Polenta, figlia di Guido Minore, signore di Ravenna, sposò nella seconda metà del XIII secolo il figlio di Malatesta da Verucchio, signore di Gradara, Giovanni detto “Lo zoppo” o Giangiotto, in conformità con lo spietato gioco delle alleanze matrimoniali. Giangiotto era in quegli anni podestà di Pesaro e una legge dell’epoca proibiva al magistrato di portare con sé nella città amministrata la sua famiglia.
Francesca, dunque, molto probabilmente risiedeva a Gradara, sia per la vicinanza con Pesaro, una mezz’ora di cavallo, sia perché era una delle fortezze malatestiane più belle e sicure.

Francesca, “donna di singolare grazia, e d’infinita beltàde”, era spesso sola per le prolungate assenze del marito e doveva senz’altro gradire le visite del bel Paolo, fratello di Giangiotto. Un giorno, però, i due giovani s’imbatterono in una lettura che segnerà il loro destino, la storia di Lancillotto e Ginevra: trasportati dalla passione dei due amanti letterari, Paolo e Francesca non riuscirono a trattenere il loro desiderio, e Paolo finalmente…

la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse,
quel giorno più non vi leggemmo avante

I due amanti vennero sorpresi da Giangiotto che li trafisse entrambi con la spada. Dante collocherà Paolo e Francesca nel girone dei lussuriosi, condannandoli alla dannazione eterna ma anche all’eterna commemorazione, elevandoli a simboli dell’amore puro ed incondizionato.

Francesca da Rimini tra storia, mito e leggenda

Il Comune di Gradara da anni promuove una corretta divulgazione del mito di Francesca da Rimini valorizzando questo personaggio come simbolo universale di amore e romanticismo.
Dal 2018 Gradara ospita infatti il convegno e altre iniziative organizzate dal Centro Internazionale di Studi Francesca da Rimini - coordinato da Ferruccio Farina - con l'intento di recuperare questa straordinaria creatura della poesia dantesca nella sua più autentica valenza di icona della passione, del bacio, della fedeltà; un personaggio realmente esistito che trascende la sua epoca storica per essere elevato, tra Otto e Novecento, a simbolo di libertà e di affermazione di diritti come ci hanno raccontato, attraverso le loro opere, oltre duemila artisti del Romanticismo - pittori, scultori, scrittori e musicisti -  d’ogni paese d’Europa e d’America.

Per informazioni visitate il sito del Centro Internazionale di Studi Francesca da Rimini

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